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RITI TRADIZIONALI DELLA FESTA

Per i festeggiamenti in onore di San Gemiliano, sono previsti cinque giorni a partire dal venerdì antecedente la prima domenica di settembre. Il comitato organizzatore della festa, dalla casa dell’Obriere Maggiore, si sposta nella piazza della Cattedrale, dove si dà inizio a “S’IMBIDU”. Uno dei pochi riti di devozione dell’espressione popolare al Santo, il voto fatto per grazia ricevuta per intercessione del Santo, si scioglie con l’aggiudicazione del trasporto del simulacro con il carro a buoi, dalla cattedrale alla chiesetta campestre e viceversa. Tradizione legata al mondo agricolo, dove nei tempi passati il carro a buoi erano l’elemento principale utile al lavoro nei campi, ed al trasporto.Il simbolo di questa tradizione, non è altro che il giogo di legno che veniva utilizzato per aggiogare i buoi al carro. Per tradizione “S’Imbidatori”, ossia chi si aggiudicava l’asta, invitava al comitato, ai parenti e ai compaesani un rinfresco nella sua abitazione, successivamente ci si spostava nuovamente a casa dell’Obriere Maggiore per consumare la cena. L’indomani, i devoti (Obrieri) con S’imbidatori, si davano appuntamento nella piazza della cattedrale, per curare l’allestimento del Cocchio, che dopo essere stato assicurato per bene al carro, veniva addobbato con nastri fiori e bandiere che  rispecchiano il colore rosso, simbolo della  Bandiera e dell’insegna vescovile del Santo.



 
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